La Legge di Stabilità approvata a fine 2017 ha ampliato il ventaglio di settori di investimento dei Piani individuali di risparmio, estendendoli anche alle attività immobiliari.
Inizialmente, il real estate era rimasto escluso dal paniere, perché non era stato considerato attività produttiva e quindi non era in linea con l’obiettivo dei PIR, che puntano a convogliare il risparmio privato nell’economia reale. A meno di un anno di distanza, le cose sono cambiate.
Sono così nati i PIR immobiliari. Non cambia nulla in termini di composizione, importo, durata, agevolazioni fiscali rispetto ai PIR “originari”. La differenza sta nella possibilità di investire i risparmi anche in attività legate al settore immobiliare.
Cosa ha determinato questo cambiamento? E quali opportunità si aprono?
PIR immobiliari: investimenti in un settore in crescita
La decisione di dare il via ai PIR è maturata in anni in cui il settore immobiliare ha vissuto una crisi profonda, penalizzato dalla congiuntura economica internazionale. Le compravendite sono rimaste ferme, lasciando al palo cantieri già avviati, che non sono decollati per mancanza di acquirenti e liquidità. Questo ha portato ad escludere il real estate dai PIR, in quanto si è creduto che fosse meglio finanziare attività con potenziale di crescita, come le PMI, piuttosto che un settore apparentemente fermo e senza prospettive.
Tuttavia, oggi le cose non sono proprio così negative per l’immobiliare.
Innanzitutto, il settore in Italia vale il 18% del PIL, che è di 2 mila miliardi di euro: in valori assoluti, parliamo di cifre molto elevate.
Inoltre, lo scenario per il prossimo futuro si prospetta positivo.
Secondo l’European Outlook 2018 di Scenari Immobilari, per il 2018 si prevede una ripresa per tutto il mercato immobiliare europeo, con un aumento delle compravendite e delle quotazioni degli immobili, che saliranno più dell’inflazione.
In Italia, le compravendite sono tornate a crescere negli ultimi due anni, e per il fatturato immobiliare nel 2018 è previsto un aumento del 6,2%, con un rialzo dei prezzi stimato dell’1,1% medio. Si attendono 630 mila compravendite nel residenziale, il 6,5% in più del 2017, e un vero e proprio boom per settori come l’alberghiero.
Lasciata alle spalle la fase peggiore della crisi, il real estate italiano è tornato a raccogliere investimenti, tanto da arrivare a chiudere il 2017 con volumi superiori ai 9 miliardi di euro, contro i 5 di solo qualche anno fa.
Nuove opportunità per i risparmiatori
Alla luce del trend in crescita del real estate, si è scelto di avviare i PIR immobiliari, riconoscendo al settore di essere parte produttiva dell’economia reale. Ciò vuol dire che i risparmiatori possono convogliare i loro investimenti anche su strumenti finanziari legati a questo ambito.
In particolare, gli investimenti andranno alle società quotate che hanno aderito al regime fiscale SIIQ (Società di Investimento Immobiliare Quotate) e a fondi immobiliari, che investono i capitali raccolti proprio in società del settore.
Ci sono diversi fattori che fanno del real estate un settore che può portare ritorni interessanti, in termini di rendimenti, per gli investimenti.
Innanzitutto, come evidenzia l’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle entrate con il rapporto sul 2017, siamo decisamente in una fase di ripresa per il settore, con prospettive positive anche per i prossimi anni.
In secondo luogo, i nuovi capitali che arriveranno con i PIR immobiliari daranno nuova energia al settore, consolidando la ripresa.
Terzo punto, il real estate potrebbe conoscere un ulteriore sviluppo grazie alle attività di recupero e rigenerazione dei patrimoni dismessi, supportate dall’utilizzo di nuove tecnologie. Sul mercato stanno comparendo diversi operatori specializzati in questa attività, molto interessante per le pubbliche amministrazioni che hanno bisogno di gestire e, possibilmente, riavviare, cantieri fermi e immobili invenduti.
I PIR immobiliari, dunque, potrebbero essere una risposta a chi cerca opportunità nuove per investire e diversificare il proprio portafoglio.