La copertura della spesa sanitaria per una famiglia segue due canali. Da una parte c’è il welfare pubblico, che prevede erogazioni gratuite o agevolate di prestazioni sanitarie – visite mediche, diagnostica, farmaci, assistenza, ospedalizzazione. Dall’altra, c’è la spesa personale privata, che va a coprire in parte o in tutto quello che non viene garantito dal pubblico.
In Italia, buona parte della spesa sanitaria è sostenuta proprio dai privati, per circa 40 miliardi di euro all’anno.
Sia la spesa pubblica che quella privata sembrano destinate ad aumentare sia per effetto di trend strutturali, come l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle patologie cronico-degenerative, sia per situazioni emergenziali come l’epidemia di Covid-19. Senza il sostegno della copertura sanitaria assicurativa, i bilanci delle famiglie italiane saranno sempre più gravati dagli esborsi per cure sanitarie.
Cure e visite mediche: alle famiglie costano 36 miliardi all’anno
Secondo l’ultimo report di ANIA “Allontaniamo i rischi”, nel 2019 la spesa sanitaria pubblica ha raggiunto i 117 miliardi di euro, pari a circa il 6,5% del PIL, percentuale che resta più bassa di altri Paesi europei. Basti pensare che, sempre nel 2019, la spesa sanitaria pubblica era l’8,5% del PIL in Francia, il 7,1% nel Regno Unito, l’8,8% in Germania.
A fronte di una spesa totale che aumenta nel tempo e di una spesa sanitaria pubblica che resta costante in rapporto al PIL, aumenta la componente della spesa sanitaria che gli individui e le famiglie sostengono privatamente. Per l’Italia si parla di 40 miliardi di euro, di cui solo un 10% è intermediato da coperture assicurative (8%) e fondi e casse sanitarie (2,6%).
Ciò significa che, pur esistendo delle soluzioni capaci di sostenere il carico della spesa sanitaria privata, gli italiani continuano a pagare di tasca propria circa 36 miliardi di euro all’anno. Se guardiamo agli altri Paesi europei, il confronto è impietoso. Mentre in Italia circa il 90% della spesa sanitaria privata è coperta dai risparmi delle famiglie, in Spagna e Regno Unito tale percentuale scende al 75%, in Germania al 55%, in Francia al 40%.
Copertura della spesa sanitaria: il ruolo delle assicurazioni
La forte esposizione delle famiglie italiane a spese sanitarie private è frutto di molteplici fattori. C’è, sicuramente, un arretramento generale della spesa pubblica rispetto al passato, per effetto della necessità di razionalizzare la spesa complessiva e tenere i conti in ordine nel breve e lungo periodo. Durante l’emergenza sanitaria Covid-19 sono state stanziate nuove risorse, per affrontare la situazione di crisi, ma è difficile recuperare in poco tempo gli effetti dei tagli strutturali che si sono susseguiti soprattutto nell’ultimo decennio.
C’è, tuttavia, anche un tema di cultura assicurativa. Emblematico è il caso dell’Olanda, dove, su una spesa sanitaria generale che è pari al 9,7% del PIL, quella pubblica ha la quota residuale del 2,6%. Qui la spesa privata raggiunge il 7%, ma la quota che grava sui risparmi delle famiglie è solo il 14% (contro il nostro 90%): la maggior parte della spesa privata è intermediata da forme assicurative, fondi, casse sanitarie.
Usare i propri risparmi per pagare delle cure e spese mediche significa diventare più fragili ed esposti a esborsi imprevisti che, in alcuni casi, diventano insostenibili. Per questo, sarà sempre più fondamentale accrescere la consapevolezza e la cultura assicurativa, perché soluzioni ad hoc e gestione efficiente dei risparmi possono “liberare” i bilanci famigliari dall’onere sanitario.
Come sottolinea ANIA, l’uso dei risparmi come copertura della spesa sanitaria “è socialmente iniquo, perché mette le persone di fronte alla scelta tra pagare (quando sono in grado di farlo) o, aspetto ancor più grave, rinunciare alle cure nel momento in cui si è più fragili. Sarebbe proficuo riflettere seriamente su un nuovo modello di welfare che combini al meglio le risorse pubbliche e private, con un ruolo più ampio assegnato alla sanità integrativa che, basandosi su un principio di mutualità, tipico delle assicurazioni, garantirebbe maggiore uguaglianza ai cittadini e più elevati livelli di protezione per i malati“.
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