È balzato agli onori della cronaca il caso di un infortunio in itinere non riconosciuto perché il mezzo usato dalla lavoratrice è “fuori legge”. La vittima è una donna, cinquantenne, operatrice socio-sanitaria di una fondazione che fa assistenza domiciliare ai malati a Milano. Costretta a spostarsi più volte al giorno da un paziente all’altro, per rispettare gli orari e la tabella di marcia, la donna aveva scelto di usare un monopattino per integrare i tragitti in metro e bus. Proprio durante uno dei suoi spostamenti in monopattino la donna è caduta e si è fratturata il malleolo, procurandosi una prognosi di 35 giorni più terapia di riabilitazione.
Impossibilitata a lavorare, la signora ha fatto domanda all’Inail per il riconoscimento dell’infortunio in itinere sul lavoro. L’Istituto ha però risposto che l’incidente non sarebbe avvenuto «per rischio lavorativo, bensì per il verificarsi di rischio generico», anche perché «il mezzo utilizzato — cioè il monopattino — non è consentito dal codice della strada». La vicenda è stata ripresa dalla stampa nazionale, perché proprio il Comune di Milano ha pubblicato un bando di gara per istituire un servizio di sharing di mezzi di mobilità, tra cui anche i monopattini. Si è creato così un cortocircuito, di cui, a fare le spese, è la signora.
Il caso fa riflettere sul fatto che anche se l’infortunio avviene durante il servizio lavorativo, non sempre è automatico ricevere un indennizzo.
Infortunio in itinere: cosa c’è da sapere
I lavoratori che subiscono un infortunio durante il tragitto di andata e ritorno tra casa e lavoro ricevono un indennizzo, con le stesse regole per gli infortuni sul luogo di lavoro, a patto che sussistano alcune condizioni. In particolare, assume rilievo il mezzo che si usa per il tragitto casa-lavoro.
Non ci sono particolari limiti se si utilizzano i mezzi pubblici o se ci si sposta a piedi, purché gli spostamenti siano finalizzati all’attività lavorativa e a condizione che la vittima non abbia messo in atto un comportamento rischioso che possa essere stato causa dell’incidente.
Per chi usa mezzi privati, invece, l’indennizzo in caso di infortunio in itinere arriva solo se può dimostrare di non aver avuto alternative con i mezzi pubblici. L’utilizzo dell’automobile o dello scooter, così, può considerarsi necessario solo in alcune situazioni:
- il mezzo è fornito o prescritto dal datore di lavoro per esigenze lavorative;
- il luogo di lavoro è irraggiungibile con i mezzi pubblici oppure è raggiungibile ma non in tempo utile rispetto al turno di lavoro;
- i mezzi pubblici obbligano a attese eccessivamente lunghe;
- i mezzi pubblici comportano un rilevante dispendio di tempo rispetto all’utilizzo del mezzo privato;
- la distanza della più vicina fermata del mezzo pubblico deve essere percorsa a piedi ed è eccessivamente lunga.
È richiesto che ci sia una fondata motivazione anche per chi usa la bicicletta.
Se l’infortunio in itinere avviene durante il tragitto per la pausa pranzo, l’indennizzo è previsto solo se l’azienda non ha una mensa. Non rientrano nella copertura assicurativa interruzioni e deviazioni dal normale percorso a meno che non ricorrano specifiche condizioni di necessità.
Come tutelarsi dagli infortuni in itinere?
Il caso della signora in monopattino ha suscitato clamore per la particolarità della situazione, visto che il monopattino non è previsto dal codice stradale: una variabile, questa, che la signora sicuramente non aveva messo in conto.
È utile, quindi, essere consapevoli dei rischi a cui si va incontro e delle tutele effettivamente previste. In particolare, chi usa normalmente l’automobile o lo scooter per andare al lavoro, dovrebbe essere consapevole che, in caso di infortunio, potrà essere tutelato solo se sussistono tutte le condizioni previste. Il rischio è di trovarsi impossibilitati a lavorare e senza alcuna copertura assicurativa.
Si può ovviare a questa situazione? Esistono soluzioni assicurative che possono garantire tutele per chi perde temporaneamente o definitivamente la capacità di lavorare, attivando delle coperture ad hoc o valorizzando i propri risparmi per avere delle risorse da utilizzare in caso di imprevisti.