Secondo la fotografia scattata dal Centro Einaudi in collaborazione con Intesa Sanpaolo, le famiglie italiane scelgono di risparmiare, per avere un capitale su cui contare nel futuro (puoi scaricare qui il rapporto).
Tradizionalmente, quello italiano è un popolo di risparmiatori, ma, se nei decenni passati si contava sui risparmi per affrontare gli imprevisti, oggi sono considerati una necessità soprattutto pensando ai figli.
Risparmio delle famiglie: in crescita nel 2014
Guardiamo i dati che emergono dal rapporto.
Punto di partenza è la percezione sul reddito: nel 2007 il 62% degli intervistati dichiarava di avere un reddito corrente “sufficiente” o “più che sufficiente”; nel 2013 la percentuale si era ridotta al 56%. Nel 2014 la percentuale è risalita al 58%. Con riferimento al reddito atteso al momento della pensione, il 47,8% del campione prevedeva nel 2007 di poter disporre di entrate “sufficienti” o “più che sufficienti”; nel 2013 la percentuale si era ridotta al 37,3%; nel 2014 si è riportata al 42,1 per cento.
Numeri che attestano un timido ottimismo, ma che, per contro, indicano che per circa 1 italiano su 2 il proprio reddito o la pensione attesa non sono considerati sufficienti. Nonostante questo, o forse proprio per questo, aumenta il risparmio delle famiglie.
Le spese (ove possibile) sono già state tagliate e le famiglie hanno evidentemente “ripreso il controllo” dei propri budget, riuscendo quindi, più che in passato, ad accantonare dei risparmi.
Aumentano, in particolare, sia i risparmiatori che la propensione media al risparmio.
Nel 2014, è riuscito a mettere da parte dei soldi il 41% degli intervistati, contro il 39% del 2013. L’aumento di due punti percentuali degli intervistati che dichiarano di essere riusciti a risparmiare si spiega considerando che, tra il 2013 e il 2014, sale dal 16% al 18% la quota di coloro che dichiarano di avere risparmiato senza un’intenzione precisa. Si conferma, secondo il Centro Einaudi, l’ipotesi di un risparmio dettato almeno in parte da generici elementi di cautela nei confronti di un futuro percepito come grandemente incerto.
Un accantonamento che, per ora, si traduce soprattutto in un’accresciuta preferenza per la liquidità, in attesa di individuare le opportune forme per gestire i risparmi. Anche la propensione al risparmio sale, passando dal 10,4% del 2013 al 10,5% dichiarato nel 2014.
Si risparmia pensando ai figli
Le famiglie risparmiano soprattutto per i figli. Le risposte a una serie di domande del rapporto Einaudi confermano che la preoccupazione predominante è quella per il futuro dei figli, rispetto al quale ci si sente vulnerabili.
Nel 2014 il 13% del campione ha indicato come finalità dei risparmi i figli contro l’11,8 del 2013 e appena il 3,3% del 2007. L’acquisto di una casa è la priorità solo per il 5%, mentre è sceso drasticamente il numero di risparmiatori che mette da parte qualcosa per fare fronte agli imprevisti (l’1,1% a fronte dell’11,9 del 2007) e in vista della vecchiaia (il 2,8% dal 3,5 del 2013 e dal 6,5% del 2007).
Rispetto al passato, aumenta anche l’attenzione alle informazioni su come gestire i risparmi, misurabile nel tempo dedicato ad ottenere informazioni: il 40,6% degli intervistati vi dedica fino a un’ora a settimana, raggiungendo il livello è il più alto mai raggiunto dal 2006, anno in cui è stata posta per la prima volta la domanda.
Segnali positivi, anche se contrastanti, arrivano anche dalle imprese. Il presidente del Centro Einaudi Salvatore Carruba spiega: «C’è un cambiamento di clima. Al di là dell’ottimismo e del pessimismo, la crisi ha cambiato i paradigmi. Siamo di fronte a un mondo nuovo».
Gestire i risparmi: quali opportunità?
Vogliamo soffermarci su due punti dell’indagine del Centro Einaudi.
Il primo punto è che le famiglie dedicano più tempo a informarsi su come mettere a reddito i propri risparmi. Ciò significa che c’è una maggiore attenzione all’uso dei propri risparmi, e questo conferma che, rispetto al passato, gli accantonamenti sono per molti una sorta di ancora di salvataggio su cui contare per il futuro, pensando soprattutto ai propri figli. Per questo, non si vuole sbagliare, ma si cerca di individuare le soluzioni più sicure e più adatte per gestire i risparmi.
Secondo punto, la maggioranza dei risparmiatori sceglie la liquidità. Ciò significa che i risparmi sono soprattutto soldi che si riesce a non spendere, ma che poi non vengono messi a reddito, ma si preferisce metterli nel “salvadanaio”.
Da una parte, dunque, c’è una crescente attenzione al risparmio, con la consapevolezza che è fondamentale per il futuro avere un reddito su cui contare. Dall’altra parte, però, siamo ancora ad una forma “primitiva” di gestire i risparmi.
C’è da chiedersi: questa forma di accumulo è una risposta sufficiente alle preoccupazioni sul futuro che stanno emergendo? Oggi si risparmia per i figli, ma dietro l’angolo c’è il problema della previdenza, con milioni di famiglie che rischiano di trovarsi, all’uscita dal mondo del lavoro, con redditi dimezzati. Senza un’efficiente gestione del risparmio, il rischio è che i sacrifici portati avanti dalle famiglie siano vani, perché, alla fine, quanto accantonato non sarà sufficiente a rispondere alle esigenze che emergeranno.
Ci sono formule diverse per gestire i risparmi e mettere a reddito quanto accantonato? Le soluzioni sono molteplici. Interessanti possono essere i piani di accumulo, che consentono di accantonare una quota di denaro per un determinato periodo. Quanto versato, opportunamente gestito, permette di maturare degli interessi, accrescendo i proprio risparmi. Vantaggio dei piani di accumulo è la flessibilità, perché si può scegliere quanto, come e per quanto tempo versare, in base alle esigenze del bilancio famigliare.
Quello che si sconsiglia è una gestione del risparmio fai da te: meglio affidarsi ad un consulente indipendente, che possa mettere sul tavolo diverse proposte, adatte alle esigenze ed ai progetti della singola famiglia.
Ti potrebbero interessare
Polizze miste: accantonamento, pensione integrativa e tutela dei propri cari
Il vantaggio di accantonare un capitale, anche come integrazione a ciò che riceveremo come pensione, unito a quello di garantire un reddito ai propri cari in caso di morte: è questo l'obiettivo delle polizze miste.
Analisi personalizzata
La consulenza dei Personal Advisor consente di evidenziare le principali scoperture, partendo dall'analisi dei bisogni e delle aspettative dell'interlocutore, e di scegliere le soluzioni più in linea con il suo profilo per poter realizzare il suo progetto di vita e tutelare i suoi cari.