Per i dipendenti pubblici, non esiste una specifica diaria da ricovero, ovvero un importo giornaliero che va indennizzare la persona che, per cause non dipendenti dalla propria volontà, si trova nell’impossibilità di lavorare. Tutto rientra nell’indennità di malattia, che ha regole diverse a seconda della categoria a cui appartengono i lavoratori.
Vediamo come funziona.
Diaria da ricovero: a chi e quando spetta
In generale, per i lavoratori dipendenti non è prevista una diaria da ricovero a carico dell’Inps. Come si diceva, ai lavoratori viene corrisposta una indennità di malattia, che va a coprire anche i giorni passati in ospedale. In pratica, se si è ammalati, poco importa se si passano i giorni di malattia a casa o in ospedale: non c’è differenza nell’indennità corrisposta da Inps.
Ci sono differenze, invece, tra le varie categorie di lavoratori. Seguendo quanto indicato sul sito Inps, nell’apposita sezione, vediamo quali sono le varie caratteristiche.
Per gli operai e gli impiegati nel settore terziario a tempo indeterminato l’indennità di malattia spetta per tutti i giorni coperti da idonea certificazione e per un massimo di 180 giorni nell’intero anno solare.
Per quelli che hanno un contratto a tempo determinato, ci sono dei limiti legati ai giorni lavorati. L’indennità di malattia spetta per tutti i giorni coperti da idonea certificazione, ma per un numero massimo di giorni pari a quelli lavorati nei 12 mesi immediatamente precedenti l’inizio della malattia da un minimo di 30 giorni ad un massimo di 180 giorni nell’anno solare.
Se il contratto di lavoro si interrompe (anche prima dei tempi previsti) il diritto all’indennità di malattia cessa.
Quanto si percepisce? Per i lavoratori dipendenti, dal primo al terzo giorno di malattia o ricovero non è prevista alcuna diaria. Dal 4° al 20° giorno, il contributo è pari al 50% della retribuzione media giornaliera; dal 21° al 180° giorno il 66,66% della retribuzione media giornaliera.
Ed i lavoratori “atipici”? E chi ha perso il lavoro?
Degli iscritti alla gestione separata dell’Inps abbiamo già parlato. Vale la pena ricordare che per questi lavoratori l’Inps prevede una distinzione (unico caso) tra indennità di malattia e diaria da ricovero. Nel primo caso, si parla dell’8%, 12% o 16% della retribuzione giornaliera, nel secondo caso del 4%, 6% o 8%.
Per quanto riguarda i disoccupati, è prevista un’indennità di malattia per tutti i giorni coperti da idonea certificazione e per un massimo di 180 giorni nell’anno solare, purché la malattia inizi entro 60 giorni o 2 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Stesso dicasi per i lavoratori sospesi per crisi aziendali.
Queste due categorie non percepiscono, però, tanto quanto i lavoratori dipendenti: l’indennità (e quindi anche la diaria da ricovero) spetta in misura ridotta pari ai 2/3 della percentuale prevista (50% fino al 20°giorno, 66,66% dal 21° al 180°).
Per tutti, invece, quindi anche per i dipendenti, che non hanno famigliari a carico, vale la regola secondo cui la diaria da ricovero (ovvero la parte di indennità di malattia corrisposta nei giorni di degenza) viene ridotta ai 2/5, per tutto il periodo di degenza ospedaliera, escluso il giorno delle dimissioni.
Diaria da ricovero e indennità di malattia: sono sufficienti quelle previste?
Partiamo da un punto: è uguale, da un punto di vista economico, passare il periodo di malattia in casa o in ospedale?
In teoria, il ricovero potrebbe essere per qualcuno più gravoso in termini economici, perché impegna i famigliari a continue trasferte da casa all’ospedale, con costi per il trasporto e le trasferte. Inoltre, può accadere che per assistere, in caso di gravi interventi, il malato, qualcuno debba anche prendere dei permessi dal lavoro.
Vero anche che la malattia in casa impegna i famigliari per più tempo, perché non ci sono infermieri o medici che se ne prendano cura.
Comunque si vedano le cose, si tratta di due situazioni diverse, che pure, sul fronte della diaria Inps, vengono trattate allo stesso modo.
Secondo punto: dal primo al terzo giorno di malattia non si percepisce nulla. Capita spesso, però, che proprio i primi giorni di malattia siano quelli più gravi, in cui può capitare di finire in ospedale. Eppure, non viene riconosciuta nessuna indennità.
Terzo, gli importi. La copertura massima, per un lavoratore dipendente, è del 66,66% della retribuzione giornaliera. E’ sufficiente? Per qualcuno sì, per altri potrebbe non esserlo.
Per evitare sorprese, è importante essere informati adeguatamente e in anticipo.