Chi ha un incidente sul lavoro o durante il tempo libero e riporta un’invalidità che non gli consente più di lavorare e portare a casa lo stesso reddito, ha il supporto necessario dagli enti pubblici per mantenere lo stesso tenore di vita? La risposta non è sempre positiva.
Pensiamo ad un giovane, una persona sportiva, dipendente di un’azienda, che abbia un incidente fuori dal lavoro, mentre si diletta nel suo sport preferito, per una colpa non imputabile a lui. Lo portano in ospedale, lo ingessano, dopo un anno e mezzo è clinicamente guarito, ma ha una zoppia che lo rende invalido al 28%. Quali coperture ha dall’Inps? Si dirà: c’è la pensione di invalidità. L’Inps, però, paga se l’invalidità è superiore al 66%. Anche l’Inail, Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro eroga la pensione di invalidità, ma non in questo caso, perché l’incidente è avvenuto fuori dal posto di lavoro. Per il nostro giovane, dunque, nessun supporto al reddito.
Pensione di invalidità Inps: come funziona per invalidità dal 66% al 99% e per invalidità al 100%
L’assegno ordinario di invalidità, comunemente chiamato pensione di invalidità, è una prestazione economica, erogata dall’Inps su domanda, per chi ha una capacità lavorativa di meno di un terzo per infermità fisica o mentale (dal 66% al 99%). Ne hanno diritto lavoratori dipendenti, autonomi e iscritti ad alcuni fondi pensioni sostitutivi ed integrativi dell’assicurazione generale obbligatoria. Per accedervi sono richiesti: riduzione della capacità lavorativa a meno di un terzo a causa di infermità o difetto fisico o mentale; almeno 260 contributi settimanali (cinque anni di contribuzione e assicurazione) di cui 156 (tre anni di contribuzione e assicurazione) nel quinquennio precedente la data di presentazione della domanda. L’assegno ordinario di invalidità viene concesso anche se si continua a lavorare. In questo caso il titolare può essere sottoposto ogni anno a visita medico-legale. Non è reversibile ai superstiti aventi diritto.
La pensione di inabilità
Nel linguaggio comune si parla di pensione di invalidità anche per chi è invalido totale (100%). In realtà in questo caso, il supporto garantito dall’Inps è la pensione di inabilità. È una prestazione economica, erogata a domanda, in favore dei lavoratori per i quali viene accertata l’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa. Hanno diritto alla pensione di inabilità i lavoratori dipendenti, autonomi, iscritti ai fondi pensioni sostitutivi ed integrativi dell’Assicurazione Generale Obbligatoria.
Anche qui si richiede, oltre all’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa a causa di infermità o difetto fisico o mentale, almeno 260 contributi settimanali (cinque anni di contribuzione e assicurazione) di cui 156 (tre anni di contribuzione e assicurazione) nel quinquennio precedente la data di presentazione della domanda. Inoltre si deve interrompere qualsiasi tipo di attività lavorativa, ed è richiesta la cancellazione dagli elenchi di categoria dei lavoratori e dagli albi professionali, oltre che la rinuncia ai trattamenti a carico dell’assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione ed a ogni altro trattamento sostitutivo o integrativo della retribuzione.
Per il calcolo dell’importo delle due prestazioni, in entrambi i casi, si parte dal montante contributivo, ovvero quanto il lavoratore ha versato nel corso degli anni. Per chi ha un’invalidità del 100% c’è un piccolo vantaggio, perché l’Inps riconosce una maggiorazione convenzionale per tutti gli anni non versati dalla data di decorrenza della pensione al compimento dei 60 anni di età, entro il limite massimo di 40 anni di contributi. Se, cioè, il lavoratore o la lavoratrice diventano inabili a 45 anni con 25 anni di contributi, le loro pensioni saranno calcolate su 40 anni di contributi, i 25 effettivi più i 15 che mancavano per arrivare ai 60 anni. La misura del bonus viene calcolata dall’INPS sulla media delle retribuzioni degli ultimi cinque anni, rivalutate secondo gli indici di variazione del PIL. Questa agevolazione non c’è, invece, per il calcolo della pensione di invalidità dal 66% al 99%.
Pensione di invalidità: qual è l’importo?
Fin qui i requisiti per accedere alla pensione di invalidità Inps. Ora proviamo a vedere, con un esempio concreto, quanto viene erogato sia nel caso di invalidità al 100% che di grande invalidità (dal 66% al 99%).
Immaginiamo che un uomo, un lavoratore autonomo, abbia un brutto incidente durante una passeggiata e resti tetraplegico. Gli viene riconosciuta un’invalidità del 100%. Supponiamo che abbia 40 anni, un reddito di 40.000 euro e 10 di contribuzione per un montante contributivo di 70.000 euro.
Con il suo grado di invalidità, sappiamo che l’Inps calcola la pensione di inabilità su contributi fino a 60 anni. Arriviamo così a un totale di 210.000 euro di montante contributivo. A questo, bisogna applicare i coefficienti di conversione stabiliti dall’Inps , aggiornati all’1 gennaio 2013, che sono commisurati all’aspettativa di vita. In questo caso si applica il 5%, che dà una pensione di inabilità di 10.500 euro annui, che sono il massimo che può percepire.
Se il nostro lavoratore avesse un’invalidità grande, ma non totale, dal 66% al 99%, rientrerebbe nell’assegno ordinario di invalidità. Se il medico gli dà un’invalidità del 95%, il 5% deve essere applicato sui contributi realmente pagati, ovvero 70.000: il risultato è un assegno ordinario di circa 3.500 euro che, in caso di forte indigenza, possono essere integrati con l’assegno sociale.
Gli esempi riportati non hanno, ovviamente, la pretesa di essere esaustivi, ma ci pongono un interrogativo: la previdenza sociale c’è, ma è davvero sufficiente? Probabilmente in qualche caso sì, in altri un po’ meno. Quel che è certo è che varrebbe la pena di informarsi sulla propria situazione, per capire a quanto potrebbe ammontare la propria pensione di invalidità e poi decidere se le coperture della previdenza sociale siano efficienti e in linea con le proprie esigenze, o se sono necessarie formule integrative.
Per informazioni: info@a1-life.eu.